La retta via

In principio era il verbo ed era presso l’Altissimo, tutto fu creato per mezzo di lui, senza di lui nulla può esistere, ecco la retta via

 

La retta via

Da quando la specie Homo mise in uso le leggi del linguaggio tramite la parola e la capacità di pronunciarla, donata all’umanità dalla natura stessa, gli esseri umani uscirono dal mondo animale per entrare in quello civile.

Creatore o Natura tutti i nomi più belli gli appartengono, entità sottile ed unica che ha innescato tutti i processi vitali e ha dato forma a tutti gli oggetti che orbitano tra loro nello spazio e possono assumere anche la qualità di antimateria.

 

L’Altissimo

diede alla creazione l’opportunità di assumersi la responsabilità della parola e quindi della fede ma solo l’uomo decise di farsene carico, mentre le altre specie animali, le montagne e le piante rifiutarono tale responsabilità, per evitarne la pena.

La specie umana poté cosi adoperare lor strumento della parola, correlato dalle sue leggi grammaticali, che permetteva la memorizzazione tramandata da una generazione all’altra,

di scoperte importanti, momenti storici che stimolarono l’umanità ad una cambiamento fondamentale negli usi e nei costumi; l’uso della parola diverrà

il potere supremo per civilizzare la specie umana; che scritto così può sembrare qualcosa di grave ma il cambiamento è stato importante per molti fattori come

la salute, l’organizzazione umana per la pace tra le popolazioni, il miglioramento sostanziale della vita dovuto proprio al fatto che, come specie animale, siamo incontentabile;

spingendoci, per questo motivo, oltre i confini della realtà per ottenere, anche semplicemente, una comodità domestica o per ostentare l’orgoglio del nostro super io che, pretendendo il massimo,

si mette in conflitto con le pulsioni inconsce e la nostra coscienza, col rischio che entrino pure in amicizia, tra loro, fuggendoci quasi di mano.

 

La parola fu il principio

cioè il verbo, che era presso l’Altissimo entità natura di tutte le cose, visibili ed invisibili, nulla può superare la sua potenza e la sua determinazione perché la potenza è presso di lui come il verbo che è il potere.

Il potere del dominio perché la legge grammaticale, nell’uso della parola, è fondamentale per acquisire conoscenza e rendere conscio l’inconscio latente.

Per questi motivi la legge fu necessaria, sin dalle nostre origini, per poter comunicare tra noi, come gli animali del branco fanno in altre maniere, ma pur sempre con regole precise per sincronizzarsi, tra loro, soprattutto durante la caccia.

Durante l’evoluzione della specie umana la parola ha assunto svariate forme di linguaggio che distinguono i vari settori professionali e classi sociali.

Inoltre, la parola, ci ha permesso di divulgare informazioni che vanno ad aggiungersi all’inconscio latente di chi desidera proseguire il suo cammino di consapevolezza.

 

Dalla parola

Nacquero le prime costituzioni legislative che misero in ordine le principali problematiche sociali venutesi a creare prima con l’urbanizzazione e successivamente con l’industrializzazione

in cui gli esseri umani videro repressi tutti i loro istinti primordiali, che sono racchiusi nell’inconscio più remoto quello che rappresenta il nostro carattere originale di specie Homo.

Queste repressioni spinsero molti alla violenza, ha gesti inconsueti  e alla lontananza dalla fede nel creatore dei Cieli, dei Mondi e della Terra.

La natura ci dimostra che non ha limiti, ne scrupoli, nel suo operare e se la natura umana decise di percorrere la via della civilizzazione e del progresso significa che, questo:

continua ad essere il percorso evolutivo deciso per la specie umana che assumendosi la responsabilità della fede, del verbo, della parola dimostra

capacità ed intelligenza che porteranno l’inconscio latente e collettivo alla sua realizzazione nella totale consapevolezza che darà forza e vigore a quell’io oggi ancora fragile.

Certamente una parola, un verbo, che si materializza, si incarna tramite l’esperienza che, a sua volta, fornirà all’individuo una serie di informazioni che, sommate alla teoria, concederanno al preconscio di divenire conscio.

 

La retta via

E’ colei che ci tolse dal vivere d’inganni, di bestialità, di incesti che danneggiavano la specie, la retta via ci liberò dalla superstizione, dalle torture,

dalle rapine, che oggi sembrano tutti fenomeni all’ordine del giorno ma solo perché i media ci comunicano quotidianamente ciò che avviene in tutto il mondo

mentre ancora due secoli fa alcuni crimini erano glamour, un lusso e uno spettacolo venduti alla nobiltà ma occultati alle masse per pudore e rispetto di chi li commetteva.

La retta via consiste nel credere in quell’entità che creò ogni cosa visibile ed invisibile, che io identifico nella natura cosmica che permea l’universo in cui viviamo, ciò che molti chiamano Dio, che preferisco nominare Altissimo e Creatore.

Oltre a liberarci dalla schiavitù imposta dall’errore, che diventa abitudine, riconoscendo la possibilità di redimerci sostituendo all’intenzione errata, quella giusta e

ricordare che danneggiando, temporaneamente, il prossimo rischiamo di danneggiare per sempre noi stessi; anche se, sovente, chi danneggia gli altri,

non è consapevole di ciò che sta commettendo a causa dei suoi disordini ossessivo compulsivi che lo accecano totalmente; ed è obbligato a deviare, dalla retta via, a causa delle sue pulsioni.

Credere nei messaggeri, inviati dall’Altissimo, con la parola confortante e maestra tramite la quale, alcuni di noi, hanno potuto ricordare

le loro vere origini e le loro circostanze esistenziali, per vivere in pace questa vita e quella migliore, e più longeva, promessa a chi percorre la retta via.

Il percorso è quasi terminato, cari fratelli e sorelle, presto torneremo a casa, finalmente lontani dalla disperazione, dalla malattia e dall’errore,

con qualcosa in più, di una semplice esperienza esistenziale, un’inconscio latente divenuto io; la pace sia con tutti voi e soprattutto con il vostro spirito.

 

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