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Infanticidio cosa dice la psicologia

L’atto impulsivo che hanno alcune madri nel maltrattare i figli non è desiderio d’infanticidio ma un’evoluzione della buttered child syndrome

Sindrome del bambino maltrattato

E’ una delle principali cause di mortalità e morbilità (numero di casi registrati durante un periodo paragonato alle persone prese in esame) un abuso che viene attribuito alla cerchia di individui che si prendono cura del bambino;

mentre gli abusati sono quasi sempre figli adottivi, figli primogeniti, e bambini diversamente abili perché totalmente indifesi, solitamente inflitti nell’arco dei primi due anni di vita dell’infante con un’età media di circa 16 mesi.

 

Infanticidio

La professoressa Isabella Merzagora Betsos (Professore Ordinario di Criminologia dell’Università di Milano) e Giancarlo Nivoli (Direttore Università Psichiatrica Università di Sassari) affermano come

l’infanticidio sia raramente forma di psicopatologia psichiatrica grave e che sovente, nel passato delle madri infanticide, è possibile riscontrare relazioni primarie

all’insegna dell’abuso o della deprivazione (negazione del godimento di un bene necessario a cui si avrebbe naturalmente diritto).

Purtroppo non esiste psichicamente un automatismo tra la violenza subita e il futuro gesto violento che possa spiegare la ferocia e la disumanizzazione di un bambino nel momento del gesto infanticida.

 

Cosa vede una mamma

Nell’esatto momento in cui commette un gesto così atroce? Da l’assenza o la carenza di una realtà distorta sappiamo che dipende il funzionamento e la struttura dell’io la cui formazione radica nel narcisismo;

per questo motivo l’infanticidio è stato collegato al narcisismo materno, si ritiene infatti che nel momento della gravidanza la psiche materna

sia predisposta ad un movimento regressivo che dev’essere affrontato in modo adeguato per instaurare una relazione ottimale tra madre e figlio.

 

Una felice esperienza

tra i partner, nella relazione che ha concepito il figlio, costituisce un’elemento essenziale perché la madre possa affrontare facilmente il movimento regressivo durante la gravidanza e all’instaurare,

con il bambino, un rapporto felice e permettergli la formazione di un io solido ed integrato; come sostiene Donald Winnicott (1896-1971) pediatra e psicoanalista Britannico.

Siccome la presenza di traumi durante la relazione sentimentale tra i genitori possono generare distorsioni dell’io anche materno in risposta alle angosce che questi traumi generano; la madre si ritrova, così, con un falso io che è il risultato dei traumi eccessivi.

 

Alcune motivazioni d’infanticidio

sono l’incapacità di affrontare il ruolo materno e adempiere alle necessità vitali del bambino,

quando il figlio rievoca alla madre i traumi o gli abusi da lei subiti, le compulsioni materne per il fastidio arrecato dai capricci o dal pianto, oppure per motivi d’onore,

convenienza o pressione sociale come nel caso di genitori che seguono sette religiose, vi sono poi madri che uccidono il figlio credendo di salvarlo da un mondo ingiusto oppure per non farlo soffrire.

 

La mia osservazione

Mi ha permesso di constatare un fenomeno forse sfuggito all’attenzione; infatti da mie esperienze extraconiugali ho notato che oltre ad un disordine ossessivo compulsivo e

un io parecchio fragile, il legame affettivo nato tra il genitore ed il partner, estraneo alla famiglia e dalla gelosia che potrebbe generarsi tra loro: può nascere un odio particolare per tutta la famiglia,

compresi i figli, siccome la mente, probabilmente fragile, vede amore solo nel rapporto extraconiugale e considera tutto il resto un grave errore compreso il precedente concepimento del figlio sino al desiderio di infanticidio.

Questo desiderio, per fortuna controllato nel mio caso, potrebbe presentarsi quando il genitore si trova difronte alla sua compagna e al suo nuovo erede, con la quale ha una relazione matrimoniale, che però ha partorito da poco il figlio di un altro uomo, nei confronti di questo neonato.

La mia osservazione non sostituisce il parere della psicologia.

 

 

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità