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Perché miliardi di persone credono in Dio

A Dio credono miliardi persone nel mondo perché è il vero appiglio nei momenti difficili dell’esistenza, l’unico motivo per andare avanti

La fede dei popoli

Perché miliardi di persone credono in Dio

Molti si chiedono come si riesca a credere a un’essere che si definisce superiore e onnipotente nonostante

la tanta sofferenza e le tragedie umane dovute a calamità naturali come i terremoti o artificiali per esempio le guerre e gli attentati.

Per molto tempo mi sono posto questa domanda e anch’io ho preteso la vita ateista in giovane età per mancanza di informazioni corrette,

che potessero  rispondere a questa domanda, oltre all’immaturità e alla mancanza di esperienze che nell’adolescenza non permetto di capire determinati concetti.

 

Perché miliardi di persone credono in Dio

Perché i sofferenti credono ?

Ciò che mi impressionò, nella mia ricerca di risposte, fu nel riconoscere una fede sbalorditiva proprio in quelle persone che non dovrebbero credere affatto: per le disgrazie subite.

 

coloro che soffrono relativamente

confrontandoli a chi vive disgrazie pesanti, lamentano molto volentieri l’assenza di una divinità

che li aiuti a superare i problemi sentimentali od economici.

In sostanza chi già vive discretamente bene vorrebbe molto di più mentre chi sopporta disgrazie si accontenta di ciò che ha

perché riconosce la potenza della vita che decide senza fare domande.

Riconoscere l’Altissimo

In giovane età possiamo essere attratti dalle religioni o dai movimenti spirituali di vario genere.

Perché promettono protezione, benessere e poteri se ponete la vostra fiducia e servite con fedeltà l’ordine religioso o spirituale.

Certo non possiamo generalizzare perché sono sempre le circostanze, in cui vive una persona, che lo spingono a fare scelte e a prendere direzioni diverse da altri individui.

Con la maturità: questa presenza spirituale può diventare necessaria per non perderci in qualcosa di molto più banale che lo spirito o la coscienza.

Sino a percepire Iddio in tutti noi e a non separarlo più con onnipotenza e giustizia ma cercando di comprendere che Egli: è la vita che ogni individuo possiede.

Le risposte che possiamo darci, per ciò che a tutti resta misterioso, dipendono direttamente dalla nostra maturità e dalla conoscenza che abbiamo ottenuto osservando e vivendo questa vita.

Ciò che crediamo oggi: può cambiare ogni attimo con un’informazione nuova e appagante; e nel tempo cambieremmo, comunque, per via della maturazione.

 

L’utilità della fede

Ritengo utile la conoscenza spirituale ma non condivido le culture religiose o mistiche perché la fede consiste nella ricerca individuale di noi stessi, del mondo spirituale e dello spirito che vive in noi che è Iddio.

Come affermarono i grandi profeti dell’umanità: Voi siete dei in quanto figli di un’unico Dio (Ebrei) Perché vi scandalizzate tanto, ho detto: voi siete dei perché figli di un ‘unico Dio (Gesù, Cristiani)

 

L’Altissimo si insinua

tra te e il tuo cuore

Nessun profeta ha dichiarato di credere in un Dio lontano dall’uomo ma alle religioni e alla mistica è servito molto ridurre l’umanità  a peccatori e servi.

 

 

L’Altissimo ha regalato all’uomo: la libertà e la conoscenza

L’Altissimo può esistere nelle dimensioni che preferisce  e volendo fare un’esperienza nuova Egli può, come la facciamo noi quando ci servono nuove informazioni, Quindi:

Iddio ha creato l’universo, gli universi paralleli e gli esseri viventi, ma vive in tutti per fare la sua esperienza in un mondo fisico insieme a noi.

Ogni nuova ideologia teologica o mistica tende a dividere l’umanità perché si ritiene giusta di fronte a tutte le altre.

Tutte le correnti teologiche sostengono un concetto che poi ignorano per convenienza:

la presenza dell’Altissimo in tutti noi, che ci rende vivi, doverosi di rispetto e  responsabilità con noi stessi e  con tutti gli esseri viventi.

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità