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Come informare l’inconscio e decidere della tua vita

L’inconscio è una funzione della mente umana importantissima, Sigmund Freud ebbe la capacità di capirne l’esistenza tramite alcune funzioni mentali

Decidere della tua vita

L’affermazione più popolare attinente ad un giudizio elaborato in una situazione piacevole o avversa è quella che fa riferimento al destino: sarà scritto nel destino!

Il destino esiste perché nessuno può mettere in dubbio: che tutti gli esseri viventi, in questa vita temporanea, abbiano un destino collettivo che appartiene alla natura dell’universo.

Ogni essere vivente conosciuto: nasce senza la sua volontà, senza pensare alla vita, cresce, invecchia, muore senza volerlo o desiderarlo, ma per le leggi naturali che governano il nostro sistema esistenziale.

Il destino quindi esiste ma è collettivo, oggettivo e universale mentre la vita di ogni individuo può essere vincolata da un altro fenomeno, che l’uomo confonde con il destino: l’inconscio, che si trova sovente alla sorgente dell’agire e del quale non siamo coscienti.

 

Come informare l’inconscio

Iniziamo a considerare la storia dell’umanità per comprendere come l’inconscio agiva sulla società antica, possiamo osservare che prima del XVI° secolo tendeva ad essere egocentrica.

Solo le scoperte di Niccolò Copernico (1473- 1543) matematico e astronomo di origine polacca: tolsero la Terra dal centro dell’Universo per rivelarci la sua orbita intorno al sole e questo fu il primo passo verso una nuova visione della realtà.

Infatti pensando di vivere su di un disco, al centro dell’Universo, al quale ruota intorno la realtà, comprendi che la differenza è

notevole, dal concetto moderno di crederci su un globo che si muove a migliaia chilometri l’ora intorno al sole e  al buco nero della galassia in cui si trova.

Le scoperte che vennero fatte in seguito continuarono il processo di istruzione come l’evoluzione della specie umana tramite la selezione naturale;

per opera di Jean Baptiste Lamarck: zoologo botanico enciclopedista francese vissuto tra il 1744 e il 1829 che sostenne: gli organismi evolvessero tramite l’adattamento ai cambiamenti climatici; e Charles Darwin 1809 – 1882 antropologo e biologo inglese:

mise in competizione gli esseri umani, sino ai giorni nostri, perché la concezione popolare della teoria, inerente all’evoluzione della specie, di Darwin divenne: in natura vince sempre il più forte.

Tra il 1856 e il 1939 il fondatore della psicoanalisi: Sigmund Freud dimostrò come non fosse l’uomo, consapevole, a decidere del suo destino, tramite la razionalità e la libertà, ma che le scelte nascessero da pulsioni e istinti irrazionali collocati nell’inconscio.

Per riuscire a descrivere e comprendere il funzionamento, dell’inconscio, Freud studiò i fenomeni mentali come: la suggestione, l’ipnosi, i sogni e le dimenticanze più frequenti dei soggetti annotando i fenomeni generati in un quadro descrittivo.

Persistendo però un problema: l’incapacità di trovare una locazione organica alle funzioni mentali descritte da Freud anche se il neurologo era sicuro che la tecnologia avrebbe risolto, in un futuro, questo enigma.

Ma dagli studi di Freud: Edward Bernays, nipote del neurologo, decide di provare le teorie freudiane attinenti alla psicologia delle masse e applicandole alla società: riesce a manipolare l’inconscio e a ottenere largo consenso e successo.

Se tenterai di comprendere la differenza del tuo comportamento senza le informazioni che hanno manipolato il tuo inconscio intravedrai cosa provi, per esempio: credendo di essere un eroe o uno spettatore, oppure semplicemente un uomo e un animale.

Le tecniche moderne di Brain Imaging hanno confermato l’esistenza di processi mentali inconsci e stanno individuando anche i substrati anatomici sui quali si fondano questi processi.

Brain Imaging o neuroimaging è nuova disciplina usata dalle neuroscienze e della psicologia, una tecnica per ottenere la mappatura del cervello

 

Quante pulsioni occorrono per giustificare il comportamento umano

Nella metapsicologia di Freud egli risponde: E’ Chiaro che in questo caso vi è un ampio margine di discrezionalità in cui non v’è nulla da obbiettare a chi

voglia introdurre il concetto in cui esiste una pulsione di gioco, una pulsione di distruzione e una pulsione di socialità; quando l’argomento lo esiga o le specifiche dell’analisi psicologica costringano a farlo.

Dovremmo però domandarci se questi motivi pulsionali non consentano un’ulteriore scomposizione nella direzione delle fonti pulsionali, cioè: delle pulsioni non ulteriormente scomponibili.

Purtroppo: queste affermazioni contengono un equivoco che mortificherà la scoperta dell’inconscio implicando che l’esperienza psicologica sia un gioco dinamico di motivazioni consce ed inconsce.

Per Freud la pulsione potrebbe nascere da un organo o da una parte del corpo e suppone che le pulsioni primarie siano quelle elementari e che servono a

salvaguardare l’organismo: la fame e la riproduzione; cioè: pulsioni di autoconservazione e pulsioni sessuali, che sono pulsioni primarie presenti in tutto il mondo animale.

Le vicissitudini inerenti a questi due gruppi di pulsione possono incorrere in questi destini: la trasformazione nel contrario, il volgersi sulla persona stessa, la rimozione e la sublimazione.

La trasformazione nel contrario si risolve in due processi diversi: il cambiamento dall’attività alla passività e l’inversione di contenuto; in cui il

primo processo riguarda le coppie anti etiche: esibizionismo, sadismo, piacere di guardare; mentre l’inversione di contenuto si riscontra solo nel mutamento dell’amore in odio.

Quest’ultima ambivalenza permette a Freud di ricostruire lo schema di sviluppo dell’ io partendo dal presupposto che la vita psichica è dominata da tre polarità:

  • Soggetto Io – Oggetto Mondo esterno
  • Piacere – Dispiacere
  • Attivo – Passivo

Piacere e dispiacere stanno a significare le relazioni che l’io ha con l’oggetto; quando l’oggetto procura sensazioni piacevoli si genera una tendenza motoria che tenta di avvicinare l’io all’oggetto sino ad incorporarlo ad esso.

Questo fenomeno rivela l’attrazione esercitata dall’oggetto su di noi che suscitando piacere dichiariamo di amarlo mentre quando l’oggetto è

fonte di sensazioni spiacevoli: la tendenza che nasce è quella di accrescere la distanza tra l’oggetto e l’io; e avvertendo la repulsione all’oggetto dichiariamo di odiarlo.

Il rimosso è un nucleo dinamico che tende a penetrare nella coscienza ma può farlo solo se le rappresentazioni con cui si esprime siano deformate in modo tale da non essere riconoscibili dalla coscienza stessa.

Il rimosso è una parte dell’inconscio anche se quest’ultimo ha un’estensione molto più ampia del rimosso, concezione che assume l’inconscio come un altro modo di essere psichico diverso dal conscio,  proprio perché all’inconscio: manca di essere conscio.

 

Il concetto di Freud

fa un paragone tra il mondo fisico e quello psicologico e sostiene che siccome la metafisica è il ramo della fisica che va  oltre il mondo fisico così la metapsicologia Freud vuole esprimere tutto ciò che va oltre la coscienza.

Infatti in una sua lettera al suo amico chirurgo Wilhelm Fliess del 13 febbraio 1896 dichiara:

Una gran parte della concezione mitologica del mondo, che si estende sino alle religioni più moderne, non è altro che psicologia proiettata nel mondo esterno;

la conoscenza oscura dei fattori e dei rapporti psichici dell’inconscio si rispecchia nella costruzione di una realtà soprasensibile, che la scienza deve ritrasformare in psicologia dell’inconscio; si potrebbe avere l’ardire di trasformare la metafisica in metapsicologia.

 

Come rendo cosciente il mio inconscio

Con questi studi riesco ad avvicinarmi ad una realtà che permette all’inconscio di memorizzare ciò che leggo e scrivo; e la memoria a lungo termina: continua ad arricchirsi di informazioni che influiscono anche sull’inconscio.

La costruzione di questo sito e la pubblicazione delle informazioni contenute mi ha permesso di conoscere me stesso, che a me: era totalmente inconscio,

oltre a divenire consapevole dei miei limiti, le mie capacità, la fantasia, la mia ingenuità, l’odio che serbavo per alcuni simboli e per la civiltà moderna,

il desiderio sessuale represso, l’egocentrismo, la permalosità, l’aggressività repressa, le mie debolezze e l’amore per la specie umana; tutti fenomeni che erano inconsci alla mia persona.

Le esperienze quotidiane osservate scrupolosamente a 360° mi permettono di trarre informazioni che vanno a fortificare l’inconscio infatti notavo che esperienze traumatiche, vissute nel passato, hanno fatto da freno per le scelte attuali.

Senza che io mi imponessi difronte al desiderio di piacere: l’inconscio ha deciso cosa fosse meglio, per me, rivalutando le esperienze precedenti;

fenomeno che in alcuni casi, può generare blocchi psicologici, anche gravi, se vissuto senza valutazione conscia della scelta ma lasciando che l’inconscio prenda decisioni solo autonomamente.

Ogni esperienza che vivi deve essere riveduta e analizzata per comprendere i vari aspetti e memorizzare quelle informazioni come quando da bambino a forza di cadere impari a stare in equilibrio.

Ho notato che le scelte sono sovente stimolate dalla fame e dalla procreazione, proprio come afferma Freud, ma anche dalle paure principali dell’essere umano:

la povertà, la solitudine e la morte che gli conferiscono impulsività e imprevedibilità quando si presentano minacciose e incidono sulla psicologia dell’inconscio che, inconsapevolmente al soggetto, decide per lui.

La scelta di qualsiasi soggetto è inevitabilmente collegata all’inconscio perché questo elemento contiene una banca dati che comprende

molte più informazioni di quelle contenute nella memoria a lungo termine e quindi è probabile che esegua una sua elaborazione che emerge, inconsciamente, nel mondo esterno tramite la scelta.

Anche tu, che non hai mai avvicinato questo argomento, potrai notare la differenza tra ciò che provi ora e ciò che provavi prima di conoscere

queste informazioni, sempre con un ampio margine di discrezionalità perché non v’è nulla da obbiettare a colui che sostiene la sua causa.

Voglio concludere con un’affermazione di Carl Gustav Jung utile a proseguire il cammino nell’esistenza: rendi conscio il tuo inconscio prima che l’inconscio decida della tua vita e tu lo chiami destino.

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità