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La Retta Via

Chi è Muhammadu Bashyru Ibrahim

Amici di origine senegalese mi nominano Muhammadu Bashyru Ibrahim wa Nadhir: colui che è bravo ma che vede molto bene

Muhammadu Bashyru

Era il 20 febbraio 1996 giornata gelida ma serena, il vento soffiava forte e l’aria era molto secca quasi tagliente.

Ero a Genova, la città in cui esercitavo, sovente, la mia professione come restauratore di mobili d’epoca, una città tranquilla e abitata da molti Africani.

Stavo lavorando ad alcuni pianoforti e la giornata era molto propizia, per la lucidatura con vernice a gommalacca.

Un lavoro antico e artigianale per lucidare i mobili d’epoca, il lucidatore a tampone, mestiere importantissimo prima dello sviluppo delle vernici industriali.

Il lavoro è terminato e sono arrivate le 17,30 l’ora esatta per tornare a casa, quindi metto in ordine, salgo sull’auto e parto per il ritorno.

Era un periodo in cui sperimentavo le tecniche del vegetarismo e del digiuno, ma senza legami religiosi solo per capirne l’utilità.

Quando arrivai alla prima rotonda stradale: vidi un uomo con una tunica bianca quasi fosforescente; quell’uomo mi guarda negli occhi e mi fa segno di fermarmi, mi chiede se posso dargli un passaggio perché ha perso l’autobus.

Quell’uomo mi rivela il suo nome si chiama Lamin Senè, mi chiede cosa faccio da quelle parti e io inizio a spiegargli la storia; gli parlo del vegetarismo e gli spiego che sto digiunando per fare una ricerca sul digiuno.

Lui mi guarda sorpreso e sussurra: tu fare Ramadan? Gli rispondo di no; che stavo provando, da un mese, la tecnica del digiuno; si volta di scatto e mi dice: no amico, tu fai veramente Ramadan, ma tu non sai che lo fai; tu devi parlare con i miei fratelli.

Risposi che ero contento di conoscerli, perché avevo tante domande per le mie ricerche sulla religione islamica.

 

Conobbi Cheik Hona Mbakè

Mourtalà Mbaké, Hassambay’, Magatte Wadè e altri ragazzi, che fecero subito amicizia con me.

Iniziai a frequentarli nelle ore di riunione spirituale e imparai cos’è l’islam, vivendolo insieme a loro; nessuno di loro mi propose di convertirmi, alla religione islamica, perché capivano le mie circostanze e la mia mentalità nella ricerca di verità.

 

I capi spirituali mi fecero notare

che dovevo continuare il mio lavoro senza preoccuparmi di conversioni perché: l’Altissimo giudica le intenzioni degli uomini e non i risultati di una scelta.

Mi fecero ricordare, che quando saremo davanti all’Altissimo ci sarà presentato il nostro libro e non quello degli altri; e che ognuno è responsabile del libro che ha ricevuto.

Che tutte le religioni insegnano lo stesso concetto, anche se tra loro cambiano i riti, le preghiere, la direzione, è solo l’intenzione con cui ti avvicini alla fede che genera la differenza.

Quindi: compresi che erano veri credenti e che potevano aiutarmi a trovare le informazioni che cercavo.

Dopo alcuni mesi nacque una vera amicizia tra noi e i senegalesi iniziarono a chiamarmi con nomi diversi.

 

I nomi spirituali

Bascyru: che significa colui che è generoso e Nadhyru: colui che ci vede bene, per scherzare mi chiamavano Muhammadu Bascyr wa Nadhyr; come per dire: sei bravo ma con la vista buona.

Successivamente mi chiamarono anche Muhammadu Baschyr, Ibrahim e Mbakè; cognome dei nipoti di Amadou Bamba, con loro: imparai a interpretare il Corano e conobbi il Murudismo senegalese, che è una scuola coranica africana che cerca la pace.

Conobbi l’esistenza di uomo che ha servito il Profeta Mohammad e che ha mantenuto salda la religione islamica in Senegal, durante il colonialismo francese.

Il suo nome è Ahmadou Bamba nato nel 1853 ha fondato la comunità Muride nel 1883 e nel 1887 fondò la città di Touba.

Anche se i Francesi lo esiliarono e cercarono di ucciderlo, Ahmadou Bamba ne uscì sempre salvo e con ancora più decisione di continuare a servire all’Altissimo.

 

Muhammadu Bascyru Ibrahim

La dottrina di Ahmadoù Bamba

insegna che la salvezza è dovuta al lavoro, senza alcun pregiudizio riguardo a quanto difficile o pesante possa essere.

La sua considerazione moderata e saggia, nei confronti delle altre comunità, permise di ostacolare forme radicali ed estremiste.

 

La scuola islamica

di Ahmadou Bamba si fonda su due pilastri principali: il ricordo continuo dell’altissimo e l’amore per il lavoro.

Due qualità che permettono e aiutano psicologicamente a seguire la retta via ovunque ti trovi.

Ringrazio per gli insegnamenti e saluto tutti i murid con affetto, per aver contribuito alla mia ricerca e per aver collaborato alla mia maturazione.

Sono trascorsi 22 anni ed è come se fosse trascorsa mezza giornata o poco più, la pace sia con tutti voi; io sono come tu mi vedi, sono nelle parole che scrivo, sono nel mio respiro e nel giudizio che esprimi quando mi pensi.

 

 

 

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità