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La Retta Via Spiritualità Umana

La via di mezzo: una strada parallela

Dopo aver scelto di percorrere strade diverse, per conoscere meglio la vita, comprendi che vi è una via di mezzo: la strada parallela

La via di mezzo

Nel mezzo del cammin della mia vita: mi ritrovai per una selva oscura o più precisamente circondato da problemi.

Allora compresi che vi sono strade diverse nell’esistenza di un uomo e che non tutte portano alla stessa meta, anche se nel mondo: è tradizione essere convinti del contrario.

Nel mio esperimento dedicato alla Retta Via è importante che io specifichi un fattore determinante della cultura spirituale monoteista sulla quale fondo le mie informazioni e le mie esperienze.

Durante i miei studi ho notato che la religione è un ottimo mezzo per acquisire informazioni che nel mondo civile non trovi; ma nonostante questo strumento importante di ricerca ho compreso che il percorso spirituale è totalmente soggettivo e privato.

Che i sistemi di vita proposti dalle religioni non possono essere adottati per governare una popolazione democratica in cui le linee di pensiero sono differenti tra loro.

Perché un codice religioso impone regole che non tutti possono sopportare e, soprattutto, se l’Altissimo volesse: crederebbero tutti nel monoteismo.

Mentre invece si è compiuta la Sua volontà che decise, dall’inizio dei tempi, che la specie umana sarebbe stata divisa in due gruppi: i credenti e i negatori.

Quindi pretendere che tutti credano allo stesso modo e nella stessa entità: è praticamente impossibile, una pura utopia.

L’Altissimo, nella rivelazione Coranica, sostiene: che non serve neppure che tu li avverta, perché chi non è stato scelto per credere: non crederà mai e negherà sempre il patto stipulato con Lui.

Ne consegue che: è proprio il Corano che vieta il proselitismo e la costrizione oppressiva alla fede monoteista.

Anche in un altro versetto, sempre della secondo capitolo, afferma: non v’è costrizione nella religione la retta via: si distingue molto bene dall’errore.

 

La via di mezzo: una strada parallela

Come affronti i versetti violenti del Corano

Un mio vecchio amico, laureato in giurisprudenza islamica il senegalese: Shaik Hona Mbakè, a questa mia domanda mi rispose che: dovevo conoscere la storia dell’Islam per trovare la risposta.

Perché quei versetti che inneggiano alla violenza sono collegati ad un periodo storico della religione Islamica.

Ispirati al profeta Muhammad per porre fine ai drammatici eventi generati dai nemici dei primi musulmani.

Che per la maggioranza erano beduini che vivevano nel deserto, che avendo con la città di Medina importanti traffici commerciali:

si convertivano alla religione islamica per poter entrare nella città, che proteggeva i primi rifugiati musulmani fuggiti dalla città di Mecca.

Ma dopo aver fatto i loro comodi, i beduini convertiti, tradivano i musulmani uccidendoli e tornando alla miscredenza.

Mentre alla città di Mecca, prima della loro fuga a Medina, i primi musulmani venivano derubati di tutto, torturati e uccisi.

Per aver rovinato la tradizione culturale politeista sulla quale si fondava l’economia dell’Arabia nel 610 dopo Cristo.

 

Cosa li convinse a credere in Muhammad

Infatti ciò che permise alla popolazione della Mecca di credere fermamente nel profeta Muhammad fu: l’abolizione della tradizione politeista

che costringeva le famiglie a seppellire viva la primogenita per volontà delle divinità create dall’uomo.

In un antico racconto un uomo piangeva al ricordo dell’ultima figlia seppellita viva in onore agli dei che con le sue piccole dita gli stringeva il dito pollice, mentre era agonizzante.

E quest’uomo esultava alla conoscenza che Muhammad avesse abolito questa atroce tradizione politeista.

 

La via di mezzo: una strada parallela

Come interpreti i versetti violenti?

Dopo aver conosciuto la storia e le persecuzioni vissute dai primi musulmani: leggendo i versetti violenti del Corano: posso comprendere il periodo in cui avvenivano le atrocità dei politeisti sui primi islamici.

Quindi non mi urtano più come facevano durante la mia ignoranza, in tutti i libri sacri vi sono espressioni violente, sia nel vecchio testamento biblico che in quello nuovo.

Anche nei vangeli, che raccontano genericamente gli episodi di Gesù: vi sono condanne a morte e maledizioni.

Solo che, per alcuni, questi versetti simboleggiano l’amore, la pace e il perdono; invece che rivelarti informazioni importanti.

Nel Corano Trovi versetti che incitano a lanciarsi con tutta la forza per la causa dell’Altissimo ma questo indica la continuità e gli sforzi necessari per questa ricerca spirituale.

Il Corano ordina di difendere la proprietà privata, la propria vita e di lottare quando siamo chiamati a farlo per difendere il paese, ma questi versetti: sono presenti anche nella costituzione italiana.

 

Qual’è il vero problema

Il vero problema consiste nell’ignorare la storia di una rivelazione che non comprendendola: rischia di farti sbalzare totalmente fuori dalla retta via.

Come coloro che in nome di un dio credono di esserci mentre stanno danneggiando il prossimo e se stessi.

Recitando quotidianamente versetti, che non compresi nel loro reale significato e motivazione, ordinano al cervello di compiere gesti criminosi.

Inconsciamente o consciamente il soggetto si trova ad esprimere impulsivamente ciò che in realtà non conosce, semplicemente perché i neuroni trovano solo quegli ordini considerati giusti.

Soprattutto se il soggetto ha gravi patologie psicologiche o ha assunto alcool e droghe, che nella religione islamica sono totalmente vietate.

Quindi i terroristi che sono stati identificati e trovati sotto effetto di alcool o stupefacenti non possono essere riconosciuti islamici.

Inoltre: anche in caso di guerra, il Corano vieta di toccare bambini, donne o anziani; quindi il terrorismo non può avere a che fare con questa cultura monoteista.

 

La via di mezzo: una strada parallela

Purtroppo ogni popolo merita i governanti che ha

a causa della sua ignoranza; e questi governanti adottano le misure che considerano più opportune per governare il carattere della popolazione.

Come in Italia ai tempi del fascismo, nessuno si opponeva a tale governo, tranne piccoli gruppi, perché la mentalità italiana era simile a quella della capre.

Il problema: è che questi governanti adottano misure di sicurezza e di giustizia nel nome di una religione invece che di un governo.

Che comporta una distorsione dell’informazione spirituale che viene adottata per istruire persone ignoranti a combattere.

Come nel caso del terrorismo: ai bambini viene insegnato il Corano da ripetere a memoria ma nessuno gli spiega ciò che stanno leggendo.

Così i bambini, che non conoscono nulla, credono veramente di dover combattere i miscredenti per difendere le loro vite.

Crescendo in questa programmazione mentale arrivano all’età adolescenziale convinti di essere in missione per distruggere il nemico e alcuni finiscono distrutti.

 

La via di mezzo: una strada parallela

Come consideri il Profeta Muhammad

Il Profeta Muhammad era considerato un analfabeta ma io credo che fosse molto più colto di quanto volesse far credere.

Una persona che conosceva sicuramente il monoteismo perché altrimenti non avrebbe potuto comprenderlo, anche se l’Altissimo: fa ciò che vuole senza alcun sforzo.

Ma ciò che posso constatare è il contrario di ciò che io considero spiritualità.

Infatti il Profeta Muhammad usò la spiritualità monoteista per motivi sociali e governativi di un paese, anche se le sue informazioni sono importantissime per trovare la retta via spirituale.

Ma il Corano trasmette regole sociali fondamentali oltre che a formule per camminare rettamente nella tua esistenza.

Quindi l’Islam non nasce solo come un’insegnamento spirituale ma per governare una nazione con le regole trascritte nel Corano.

Come per la cultura monoteista ebraica e cristiana che sono state applicate alla costituzione di alcuni paesi.

 

Ai tempi di Abramo, Salomone, Davide, Giacobbe, Mosè,

e tutti gli altri Re che hanno governato la Palestina durante la rivelazione monoteista.

Infatti ciò che differenzia Gesù da tutti gli altri profeti è che lui non è salito al potere e non ha convinto la popolazione; oltre a come è riportato nel Corano di Gesù: di essere coadiuvato con lo spirito di Santità.

 

Che differenza c’è tra i profeti e Haile Selassie

Tafari Makonnen era un imperatore d’Etiopia discendente della dinastia di Salomone tramite il figlio concepito con la Regna di Saba: Menlik I°

Alcune culture occidentali lo considerano un profeta del monoteismo anche se Tafari Makonnen negò questa carica.

 

La via di mezzo: una strada parallela

Cosa fece di importante per l’umanità

A differenza di altri imperatori o profeti:Tafari Makonnen divise la spiritualità dalla religione e sostenne che i codici religiosi erano solo invenzioni umane per governare nazioni.

Affermò che la spiritualità è solo un netowrk che ti connette con l’Altissimo in qualsiasi momento tu lo desideri.

Liberò la psicologia del popolo nero dalla convinzione mentale di essere inferiore, causata ai tempi della schiavitù dagli europei;

e gli fece comprendere che siamo tutti esseri umani con uguali diritti e doveri; liberando, così, anche la mia.

 

Qual’è la via di mezzo

La via di mezzo si trova in queste informazioni che fluttuando nel cervello ti permettono di osservare una via distinta dalle altre.

Non occorre emarginarsi, fare gli eremiti sulle montagne o esasperarsi nei sacrifici e ostentare una fede per il desiderio di trovare la retta via da seguire.

Come puoi notare vi è chi usa la spiritualità e le informazioni antiche per governare un paese e chi invece cerca, tramite la retta via, di vivere in pace con se stesso e con gli altri.

Quindi la religione può essere trasformata in politica diventando una dittatura di destra, oppure essere un percorso spirituale ed essere usata come una terapia psicologia per riportare alcuni caratteri su un’osservazione migliore dell’esistenza.

 

La via di mezzo: una strada parallela

Qual’ è l’errore da evitare

Quando un individuo inizia a fare esperienze spirituali la sua mente si esalta perché ora vede ciò che non vedeva, tendendo a sentirsi più giusta delle altre.

Quindi cerca di comunicarlo per istinto di socialità sentendosi padrona di una conoscenza rara; in questo caso:

rischia di generalizzare il fenomeno non ricordando che è solo una sua esperienza.

Così inizia a pretendere che anche il prossimo debba accettarlo come un  fenomeno oggettivo ma questo è impossibile, perché gli altri: non possono vedere ciò che hai osservato.

Occorre, quindi, evitare che la mente si esalti per ciò che la sorprende e lo comunichi solo a coloro che affrontano le stessa ricerca spirituale.

Per non incorrere nella mancanza di rispetto della sensibilità del prossimo che potrebbe scandalizzarsi difronte a certe informazioni o considerarle uno scherzo.

Come puoi notare da questo articolo sembra esistere un dio della civiltà e uno dell’umanità ma invece è sempre lo stesso sono solo gli uomini che strumentalizzano ogni fenomeno.

Mai sentirsi più giusti degli altri perché: tu non sai cosa ha deciso l’Altissimo per loro; oggi potrebbe abbassarli e domani decidere di innalzarli e abbassarti sino al suolo.

Come Gesù affermò nel vangelo: sono venuto al mondo per dare la vista a coloro che credono di essere ciechi; e toglierla completamente a coloro che sono convinti di vedere.

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità