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La Retta Via

Lo sforzo dell’uomo per la retta via

Lo sforzo dell’uomo per cercare la pace e la verità camminando sulla retta via nella sottomissione alle leggi dell’Altissimo

Lo sforzo dell’uomo

per la scuola islamica, sufista, è lo sforzo che noi tutti facciamo per giungere alla fine dei nostri giorni senza pentimenti; uno sforzo che si fonda nello studio,

l’applicazione è la pratica spirituale degli insegnamenti contenuti nei messaggi profetici della Rivelazione monoteista trasmessa dal sigillo dei profeti: l’inviato di Dio Mohammad.

Uno sforzo che permette all’uomo e alla donna di affrontare gli impulsi inconsci determinati dagli istinti e realizzarsi come discendenti del popolo eletto da Dio come erede del suo regno camminando sulla retta via e allontanandosi dall’iniquità.

 

Articolo aggiornato il 20/11/2023

 

Il Corano afferma

Chi danneggia gli altri danneggia se stesso; ed è inevitabile che questo avvenga, perché è la realtà della vita quella che in oriente chiamano Karma, che noi nominiamo erroneamente destino e che sperimentiamo ogni giorno.

Anche il mio inconscio mi spinse a danneggiare, anche solo verbalmente, qualcuno solo perché di una cultura opposta alla mia o anche per vendetta di un offesa ricevuta,

ma constatai, ogni volta, che chi perdeva qualcosa, nell’intenzione di offendere o vendicarsi, ero sempre io, perché non è vendicandoci che troviamo appagamento e completezza della nostra persona;

anzi proprio durante la nascita di un’intenzione violenta riesco a provare agitazione, disorientamento non capisco più chi sono perché, il mio ego (io)

non cerca un modello fragile, come quello rappresentato dalla violenza in cui vince solo il più forte, ma tenta di aggrapparsi alla stabilità emotiva e alla maturazione di se.

 

La jihad viene interpretata

anche da altre scuole islamiche come una vendetta o una rivolta nel nome di un dio che viene usato per vestire gli interessi economici e politici di qualche nazione.

A questo proposito oso fare un collegamento con le indagini svolte in Italia dall’antimafia per far luce sui motivi e le cause di un’organizzazione tale.

 

Roberto Scarpinato

procuratore capo dell’antimafia, ci insegna un fenomeno importante della malavita organizzata, io l’ho estrapolato da un servizio (probabilmente replica) che è stato trasmesso pochi anni fa sul canale 9 alle 2 di notte.

Roberto afferma: dopo le indagini e i processi svolti per fare chiarezza sulle organizzazioni criminali che misero in ginocchio l’Italia durante la prima Repubblica si era scoperto che la mafia era un gruppo armato per le operazioni sporche delle istituzioni dello stato.

 

Questa affermazione

di Scarpinato, mi consente di completare la mia ricerca inerente alla criminalità mediorientale e se vogliamo anche quella internazionale.

Perché se rifletti attentamente: senza l’aiuto e la concessione dello stato in cui operi non hai alcuna possibilità di organizzare un gruppo armato, siccome saresti bloccato immediatamente soprattutto oggi che sono moltiplicati i controlli.

Quindi l’indagine del procuratore capo dell’antimafia vale per me a 360° e ne abbiamo la prova perché alkayda lavora per l’Afghanistan e l’Iran e

Hamas per la Palestina ed entrambi non si sforzano per interessi religiosi ma puramente politici ed economici, come avveniva in Italia.

 

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità