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La Retta Via

Gesù nell’Islam Isa ibn Maryam Inviato con spirito di Santità

Gesù nell’Islam, Corano, capitolo Maryam: in verità sono un inviato dell’Altissimo mi ha dato la scrittura e ha fatto di me un profeta

Gesù nell’Islam

(Isa Ibn Mariam: Gesù figlio di Maria)

Interpretazione

dei versetti coranici del Capitolo intitolato Mariam

Nel nome d’Iddio Compassionevole e misericordioso

30) Gesù (Isa ibn Maryam) disse: In verità sono un servo dell’Altissimo. Mi ha dato la scrittura e ha fatto di me un profeta.

31) Mi ha benedetto ovunque sia e mi ha imposto l’orazione e la decima,

32) e la bontà verso colei che mi ha generato, non mi ha fatto ne violento ne miserabile

33) Pace su di me il giorno in cui sono nato, il giorno in cui morrò, il giorno che sarò resuscitato a nuova vita.

34) Questo è Gesù figlio di Maria (Isa ibn Mariyam) parola della quale essi dubitano.

 

Il figlio di Maria

E’ un inviato dell’Altissimo considerato una padre da molti musulmani, ricordo che discutendo, con alcuni laureati in giurisprudenza islamica,

rimasi affascinato dal modo in cui consideravano Gesù; descritto, da questi musulmani, un profeta di maggiore importanza tra i profeti della rivelazione monoteista, partendo dalla Torah e i Vangeli per arrivare al Corano.

La considerazione di questi studiosi, in legge islamica, consisteva nel sostenere Gesù profeta d’importanza rilevante perché coadiuvato con lo spirito di santità,

che operava in lui; mentre gli altri profeti, compreso Muhammad, (che la pace sia su tutti loro) lo spirito santo faceva solo da guida e da trasmissione delle rivelazioni, ispirategli dall’Altissimo.

Oltre a spiegarmi che l’Islam altro no è che la continuazione della Cristianità insegnata da Gesù, ma poi divisa e deviata a causa di interpretazioni

errate inerenti al Vangelo, di Isa Ibn Maryam; infatti vi fu un abiura, alla nascita dell’Islam, da parte dei cristiani, che vivevano alla Mecca, per potersi dividere dal nuovo messaggio dell’Altissimo e decidere di continuare a professare il loro credo.

Infatti esistono le prove che nel vicino oriente gli insegnamenti del Messia Gesù furono considerati con maggiore serietà, dai suoi seguaci, ed ancora oggi la cristianità vissuta in Asia è ancora vicina all’originalità del Vangelo insegnato da Isa ibn Maryam.

 

Il vangelo in occidente

Fu rivisto dal teologo presbitero Juan Ginès de Sepulveda per ordine del Cardinal Caetano Tommaso de Vio intorno al XVI° secolo per giustificare i crimini che venivano commessi

per colonizzare il nuovo mondo e poter gestire l’opinione pubblica riguardo il commercio degli schiavi utili per fornire mano d’opera gratuita dopo la scoperta dell’America.

Anche le copie del Corano che iniziavano ad essere stampate in Europa subirono delle modifiche da parte di Martin Lutero che volle sminuirlo traducendolo in latino per promuovere il protestantesimo e sminuire il Cattolicesimo e l’Islam.

Corano che successivamente fu rivisto da Ludovico Marracci che sotto osservazione della Chiesa lo tradusse in latino e lo ripubblicò anche in lingua Araba.

 

Il mio Gesù

E’ stato fondamentale nella mia vita, già a 17 anni di età mi rivolgevo a lui per comprendere l’esistenza ed essere guidato sulla retta via, siccome educato, nell’infanzia, da una nonna molto religiosa.

Il Messia mi permise di conoscere la strada che dovevo percorrere per ottenere la fede sino al Profeta Muhammad tramite un versetto, contenuto nei vangeli canonici, forse sfuggito a Sepulveda.

Conoscendo l’Islam compresi più profondamente i vangeli e con lo studio del Corano appresi l’importanza di essere nato cristiano; siccome,

con gli insegnamenti del Messia, ho compreso l’importanza del perdono che, anche il mondo islamico, predica, purché qualcuno non abbia ancora udito il messaggio.

Il perdono predicato da Gesù non consiste nel porgere l’altra guancia che è relativo a piccole controversie risolvibili con un tè in compagnia;

ma più precisamente alla condizione psicofisica di chi volontariamente o involontariamente offende o danneggia il prossimo, che va considerata fondamentale

per elaborare un giudizio penale riguardo gli errori commessi, a danno di terzi; come in realtà fa la giurisprudenza valutando accuratamente la realtà del danno causato e la condizione psicofisica del soggetto che lo commette; e come farà l’Altissimo con tutti noi.

 

 

 

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità