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Psicologia

Entità mentali: deduzione – cap 5°

dalle mie osservazioni inerenti al mio comportamento posso dedurre alcuni motivi reali per cui ascolto le voci cerebrali che interagiscono tra loro e con me

Deduzioni dell’osservazione mentale

La prima volta che mi accorsi di ascoltare voci quasi presenti che comunicavano con me e con le quali ricevevo giudizi oppure discutevo come se fossero reali: mi spaventai moltissimo perché, il primo pensiero che mi venne in mente, fu quello di aver raggiunto la pazzia.

 

Abituandomi all’esistenza delle voci misteriose

iniziai a interagire con loro come fosse uno scherzo.

Sino a quando continuando a giocare: le voci si proiettarono all’esterno generando un allucinazione che raffigurava la voce ascoltata.

A questo fenomeno mi preoccupai, invece, per la mia salute cerebrale perché avevo il dubbio del cancro al cervello.

 

Chi genera le voci mentali

Evitato anche questo brutto presentimento iniziai a studiare più in profondità le voci misteriose e mi accorsi che era la solitudine, il silenzio e l’assenza di un’occupazione mentale che distraesse i neuroni costringendoli a smettere di giocare.

Infatti il fenomeno voci misteriose, smetteva di esistere: quando ero concentrato ad apprendere informazioni importanti o se lavoravo pesantemente.

Anche l’ascolto di buona musica e la lettura di un libro interessante interrompevano immediatamente il fenomeno delle voci mentali.

 

Chi sono le voci misteriose

Ho notato che le voci misteriose sono come l’stinto di bere o mangiare che durante una lungo digiuno forzato: costringe l’individuo a bere anche acqua di mare o mangiare sostanze disgustose.

Infatti costringendomi alla solitudine per imparare l’informatica e costruire i miei blog ho portato all’estremo il desiderio di frequentare i miei simili ma soprattutto le persone che conosco dalla mia gioventù.

Anche la mia vita da single non mi permette di avere una compagna che si preoccupi per me e mi distragga dal mio lavoro.

 

Il desiderio inconscio di rivedere le persone

che ho amato e con le quali ho condiviso parte della mia gioventù: stimola il cervello a simulare la loro presenza come lo stimolerebbe un lunga fame o sete

costringendolo a bere e mangiare ciò che trova anche se disgustoso o pericoloso per la salute.

Anche la necessità estrema di dormire dopo una lunga veglia durata alcuni giorni, costringe il cervello a dimenticare la morale e il giudizio;

lasciando accasciare il corpo in qualsiasi posto si trovi solo per dormire senza badare se sia igienico, pericoloso o mortale.

Ne consegue che quando arrivo all’estremo di una situazione il cervello decide di fare a modo suo e in questo caso simula voci per il desiderio ardente di rivedere un amore, un’amicizia, i figli oppure chi è rimasto impresso nella sua mente pur criticandolo continuamente.

Infatti una ragazza, ormai donna, che non dimenticherò mai: è la più presente tra le voci misteriose della mia mente; come i figli e alcuni amici importanti.

 

Cosa ipotizzo da queste deduzioni

Penso: che se avessimo una coscienza o un’anima, indipendente dal corpo e dal cervello, non avremmo la perdita totale di tale coscienza e potremmo continuare ad estremizzare la nostra situazione sino ad distruggere l’organismo o il cervello stesso.

Quindi l’abbandono del cervello, in situazioni estreme come: la stanchezza la, fame, la sete, la solitudine e il silenzio: che sceglie irrazionalmente la soluzione

per uscire da quella circostanza estrema può essere interpretato, anche, come un’autodifesa di se stesso a causa dell’eccessivo stress.

Oltre a non sottovalutare che, sotto un eccessivo stress, anche il sistema nervoso rischia di essere compromesso e stimolare a sua volta altri organi importanti come il cervello.

 

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Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità