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Ambigua Umanità

Cosa ti avvicina alle religioni

Cosa ti avvicina alle religioni? Ho scrutato me stesso per comprendere cosa mi stimola a studiarle, a cercare la fede e la spiritualità

Avvicinarsi alla fede

E’ facile considerarsi spirituali o religiosi ma non ci domandiamo mai il perché di una simile scelta, infatti le religioni impongono leggi morali che complicano la vita dell’uomo.

Quale fenomeno psicologico ci avvicina alla fede? Questa è la domanda che mi sono chiesto per comprendere il motivo della mia spiritualità.

 

Cosa ti avvicina alle religioni

L’autopsicanalisi consiste nel considerare le mie scelte infantili e remote, essere critico e realista, non inventarmi favole per scaricare la responsabilità delle mie scelte su mere illusioni.

Osservare come la mia psicologia è stata educata e abituata ad osservare l’esistenza da un punto di vista parallelo a quello popolare.

 

Cosa ti avvicina alle religioni

Cos’è una psicoanalisi

E’ un’analisi dei traumi psichici che si fonda sui processi mentali inconsci condotti ad un livello cosciente nel soggetto psicoanalizzato;

per mezzo della relazione che si instaura tra psicologo e soggetto, in terapia, che può, così: riconoscere e controllare tali traumi.

La psicoanalisi è la scienza iniziata dal neurologo austriaco Sigmund Freud (1856 1939).

 

Inizio col cercare il trauma

che può aver influito sulla mia continua ricerca della fede e della spiritualità, che nasce nella mia infanzia circa all’età di 7 anni.

Ma prima di quell’età: accaddero alcuni avvenimenti che mi educarono a questa ricerca.

Il trauma potrebbe essere nato dalla assiduo frequentare luoghi sacri per abitudine di mia nonna alla quale ero affidato.

Dovrei ora fare una psicoanalisi di mia nonna per comprendere i suoi traumi ma probabilmente erano quelli che successivamente sono nati in me.

Non solo mia nonna si limitava a frequentare chiese e a farmi assistere ad almeno due messe al giorno ma la sua curiosità:

la spinse dalla religione cattolica ai testimoni di Geova e dopo; all’ateismo, per poi ritornare cattolica.

Di conseguenza: sin da bambino potevo osservare l’insicurezza e la sfiducia di mia nonna nei confronti delle religioni e della fede.

Insicurezza e sfiducia: che lentamente si instauravano nella mia mente anche se non potevo dimenticare l’insegnamento morale educativo

ricevuto tramite la cultura cristiana e quella di mia nonna, che aveva vissuto la seconda guerra mondiale e le politiche che hanno governato in Italia dal 1911.

I litigi: che si generavano tra mia nonna, i suoi parenti e conoscenti, per discussioni inerenti alle religioni e alla fede:

Mi spinsero a cercare, in solitudine, la spiritualità; ma con un’osservazione abituata alla critica e alla congettura a causa dell’abitudine mentale generata dall’educazione ricevuta nell’osservare i miei parenti.

Parenti: che si avvicinavano alla fede, e cercavano, la verità: con il dubbio e la curiosità; ed alcuni racconti esoterici,

forse nati dalla fantasia di mia nonna: completarono la parte psicologica della mia persona, che fu incuriosita anche dall’occulto.

 

Cosa ti avvicina alle religioni

La sofferenza per lontananza

dei miei genitori passava inosservata come se i giocattoli e le favole compensassero perfettamente la loro assenza.

Nonostante le congetture e la diffidenza di mia nonna, riguardo le religioni, mi fece assistere alla visione di alcuni film inerenti alla materia.

Oltre ad avermi istruito a dovere sulle pratiche dell’antica Germania, sul alcuni individui considerati non desiderabili, tramite libri e filmati televisivi.

Praticamente: ero diventato un conglomerato di paure, incertezze, insicurezza; nel mondo religioso: vi era il castigo e l’inferno, mentre in quello sociale: l’oppressione e le forze dell’ordine.

Esasperato da questa abitudine mentale alla critica e alla diffidenza oltre alla continua paura della solitudine, della morte, dell’inferno e dell’oppressione:

Iniziai a cercare un padre spirituale siccome il mio era di mentalità che si avvicinava quella degli antichi tedeschi, ateo totalmente e odiava chiunque parlasse di religione.

Ma nessuno rispondeva al mio appello, alcuni fenomeni, non identificati ma naturali, arricchirono la mia curiosità.

All’età di quattordici anni inizio a percepire uno strano fenomeno: qualcuno risponde alle mie domande, anche se era difficile comprendere ed accettare le risposte.

Forse la mia memoria inconscia? Il mio inconscio? O un problema psicologico? Non voglio fantasticare, invio le mie informazioni a chi di competenza perché le possa analizzare.

 

Cosa ti avvicina alle religioni

Le paure dell’uomo

La paura della solitudine, dell’inferno e della società continuano a fermentare nella mia mente sino a convincermi a studiare la religione per paura di essere vittima del castigo eterno.

Gli studi dureranno circa 30 anni e si alterneranno tra le tre religioni monoteiste con una riflessione accurata attinente all’ateismo.

Durante la maturazione fui interessato anche dall’esoterismo che però ritenni angosciante e capace di generare solo illusioni mentali.

Sino ad oggi non ho smesso di cercare una verità che si è presentata all’età di 53 anni convincendomi a comprendere le religioni come fenomeno politico dell’antichità per l’educazione morale della società e permettere l’esistenza della civiltà.

Mentre percepisco colui che ha dato origine all’esistenza, del tutto e della vita: come un’entità capace di esistere di per se stessa, di fare ciò che vuole, mentre tutto ciò che esiste dipende da essa.

Il male è stato ed è generato dalle mani e dal cervello dell’uomo ed usato come scusante per l’incapacità di assumersi le sue responsabilità.

Quando l’uomo commette un errore difficilmente ammette di aver sbagliato ma inventa una scusa per non sentirsi in colpa.

Come colui che sostiene di essere stato tentato dal demonio quando è pienamente consapevole che è stata la sua curiosità e il suo desiderio a trasportarlo in ciò che dopo chiama errore.

 

L’uomo crede di sbagliare

quando soffre la perdita di un’illusione ed è in questo esatto momento che inizia ad elaborare congetture.

Che potranno portarlo vicino all’autocommiserazione e alla frustrazione di se stesso o a generare nuove illusione per difendere la sua mente dalla verità che rode.

La speranza di essere perdonati e di evitare l’inferno accende nell’individuo la volontà del sacrificio per onorare la religione.

Ma colui che ha creato ogni cosa non necessita alcunché e tantomeno dei nostri sacrifici, erano i politeisti che sostenevano sacrifici, anche umani, alle loro divinità.

Il monoteismo ha abolito questi sacrifici con l’esempio del figlio di Abramo, che invece di essere sacrificato alla divinità ebraica: venne sostituito con un animale.

Anche in Arabia, prima della nascita del monoteismo, i politeisti ordinavano di sacrificare la primogenita seppellendola viva, solo Mohammad combatté perché venisse abolita questa legge politeista.

 

Cosa ti avvicina alle religioni

Per alcuni seguaci del monoteismo

l’abolizione del sacrifico umano non è piaciuta molto e quindi: hanno iniziato a crocifiggere un uomo e tramite il rito della benedizione:

a trasferire il suo sangue nel vino e la sua carne nel corpo per poterlo bere e mangiare.

Continuando a far salire e scendere da una croce qualcuno che neppure conoscono e che confondono con un profeta del monoteismo.

Anche circa 400 anni fa ai tempi dell’inquisizione bruciavano vive le donne e gli uomini che non accettavano le loro favole; quindi il sacrificio è stato sostituito con la tortura e la morte per l’accusa di satanismo.

Infatti: il Fisico Galileo Galilei fu scagionato dall’accusa di eresia e di voler sovvertire le sacre scritture: dopo 359 anni, nel 31 ottobre del 1992 da papa Wojtyla.

Mentre altri seguaci del monoteismo, in medio oriente: hanno deciso che per continuare il rito sacrificale del politeismo sia meglio: sacrificare un’incapace, di intendere e volere che: per andare in paradiso con sette vergini, si fa saltare in mezzo alla folla.

 

Cosa ti avvicina alle religioni

Ora tocca a voi psicologi rispondere, io vi ho raccontato più o meno tutto; sono contento perché è stata un’infanzia difficile ma molto istruttiva.

Oggi, dopo 53 anni di vita, sono soddisfatto di poter credere con fermezza che vi è qualcuno che ci ascolta e ci risponde;

ma quell’Entità: è molto più vicino all’uomo di quanto intendono le religioni e molto distante da tutte le morali religiose e civili di come vorrebbero farti credere.

In futuro potranno forse chiamarla particella, senza confonderla con il Bosone di Higgs, scoperto nel 2012 al CERN di Ginevra.

Erroneamente nominato da alcuni giornalisti la particella di dio, mentre è solo la particella che chiude il modello teorico di tutte le particelle che compongono la materia.

Il vantaggio del mio percorso spirituale e dell’educazione ricevuta risiede nella capacità conferitami da tale educazione

nell’osservare con discrezione e analisi tutti gli eventi e i fenomeni della mia esistenza compreso l’insegnamento religioso.

Che mi ha permesso di non essere un religioso ma di percepire l’esistenza dell’Altissimo tramite le esperienze svolte nella mia crescita e nella maturità.

Mettendo la mia consapevolezza nella mia diretta responsabilità delle intenzioni espresse nei confronti di me stesso e del prossimo.

Escludendo qualsiasi perdono esterno tranne: quello ottenuto tramite un atteggiamento opposto all’errore, per compensarlo ed eliminare il senso di colpa o di rancore.

Vivendo la creazione dell’Altissimo come un’esperienza conoscitiva per arricchire la coscienza individuale e collettiva di nuove informazioni.

Come non sapevi che saresti esistito così non puoi sapere se esisterai o non esisterai, ma colui che ti ha concesso l’esistenza può ridarti la vita quando vuole.

A Lui Tutti i più bei nomi gli appartengono, ma ogni nome: sminuisce la immensità.

L’Altissimo: s’insinua tra te e il tuo cuore ed è per questo che esisti.

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità