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Chi è Giuseppe Maggiolini: un Ebanista

Giuseppe Maggiolini nasce a Parbiago nel 1738 in Lombardia, maestro intarsiatore ed ebanista; costruttore di mobili con intarsi decorativi e legni pregiati

Il Maggiolini

Quando osservi quei fantastici mobili intarsiati, con eleganti forme barocche o neoclassiche; e quando il loro profumo ti convince a desiderarlo, quello è un mobile di: Giuseppe Maggiolini, maestro in ebanisteria e intarsio del mobile.

Maggiolini nel 1777 lavorò per la Villa Reale di Monza per la costruzione di pavimentazioni, del mobilio d’arredamento e alle decorazioni.

Fu in questa occasione l’Arciduca conferì il titolo di intarsiatore della corte Asburgica che gli permise di essere ricercato dalle corti europee.

Comodini, cassettoni, scatole cofanetto, ribaltine, tutti mobili finemente intarsiati e lucidati con vernice gommalacca: furono gli oggetti più richiesti della nobiltà europea, con cui il Maggiolini, si dedicò con grande prestigio.

Divenendo il più famoso Maestro Ebanista Intarsiatore del mondo, ancora oggi le sue opere d’arte: sono tra le più quotate; basti pensare che alcuni mobili possono raggiungere quotazioni del valore di centinaia di migliaia di Euro.

Le sedie e le poltrone del Maggiolini sono rarissime di conseguenza hanno quotazioni elevate per la loro originalità e finezza nella lavorazione.

 

Giuseppe Maggiolini Ebanista

divenne famoso nell’ambiente milanese grazie a “Giuseppe Levàti” nato nel 1739 e scopritore di maggiolini alla fine del 1770.

Fu “Levàti” che forni i disegni per le pavimentazioni e gli stucchi del palazzo di Villa Reale di Monza; nel quale Maggiolini lavorò come ebanista e intarsiatore.

L’intarsio del Maggiolini sostituisce la lavorazione dell’intaglio del legno, usata molto in precedenza par l’arricchimento artistico del mobile.

Ed è un particolare dell’arte Maggiolini, opere prive di intagli, gambe squadrate, con i piedi della stessa sezione che possono contenere piccole lavorazioni d’intaglio.

Sembra, infatti, che il carattere del Maggiolini non gradisse l’intaglio, ma puoi anche presumere: che avendo trovato un nuovo elemento, che donava pregio al mobile e l’occasione professionale;

della richiesta di tale lavorazione da parte della classe nobile, del tempo: al Maggiolini poco interessasse di un’arte già presente e occupata da molti ebanisti.

 

Gli intarsi

che distinguono il mobile del Maggiolini, contengono le seguenti figure: il garofano è la figura più usata dal Maestro Intarsiatore, altri fiori rappresentano il tulipano, la rosa e il fiore di ranuncolo.

Mentre i vegetali sono rappresentati da: alloro, edera, vite, ulivo e la pianta erbacea di acanto.

I legni più usati dal Maestro Ebanista sono: Il pero, noce italiano, noce indiano, ebano del Madascar, mogano, acero agrifoglio, ulivo, bosso e biancospino.

I colori, con i quali venivano colorati i fiori e le foglie degli intarsi, erano di origine naturale ad eccezione del blu.

Il colore blu era ottenuto tramite l’immersione dei pezzi d’intarsio, di legno di platano, in soluzioni chimiche a base di silicati.

L’ombreggiatura, nei disegni intarsiati, era prodotta dall’immersione delle tarsie in sabbia rovente.

 

Con queste tecniche di lavorazione del mobile:

Giuseppe Maggiolini dà vita ad una nuova arte ebanista che può esprime l’unione della scultura e della pittura trasportata nell’opera in legno di arredamento e utilità.

Maggiolini si spegne il 16 novembre 1814, ma il suo nome continuerà a riecheggiare, sino ai nostri tempi, nelle gallerie del mobile antico, nei musei e tra coloro:

che amano investire, la loro ricchezza, in queste uniche e originali opere d’arte; perché l’opera maggiolini è un oggetto prezioso che, con il tempo, acquista valore.

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità