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Arte espressione dell’inconscio e proiezione di stati mentali

L’arte è considerata da Freud: la proiezione dello stato mentale dell’artista, l’espressione di stati psichici e di primitive pulsioni psichiche

L’Inconscio proiettato

Il neurologo Karl Abrahams, allievo di Freud, sostenne che un’opera d’arte riflette i moti dell’animo, dell’artista, i suoi conflitti interni e il mondo che lo circonda.

Per il neurologo Sigmund Freud: l’artista attinge ispirazione dalle sorgenti più profonde e ai segreti più nascosti dell’essere umano creando un mondo illusorio e di finzione, come in un gioco infantile.

 

Arte: espressione dell’inconscio

Domenica 29 novembre 2020 scompare Mario Lavagetto nato nel 1939 critico letterario, studioso del rapporto tra inconscio, arte e letteratura: fonda le sue ricerche sulle teorie dello psichiatra Sigmund Freud.

Lavagetto è stato docente all’Università di Sassari e nel 1984 professore di teoria della letteratura all’Università di Bologna; fu allievo di Giacomo Debenedetti (1901 – 1967).

Scrittore, critico e saggista, uno tra i maggiori interpreti della critica letteraria, autore e consulente della Casa Editrice Einaudi.

Le principali pubblicazioni in chiave psicoanalitica di Mario Lavagetto:

  • Freud la letteratura ed altro
  • Dovuto a Calvino
  • La gallina di Saba
  • L’impiegato Shmitz

 

Mario Lavagetto

dopo aver studiato: i Casi Clinici di Sigmund Freud, nel volume Millenni Einaudi del 2011 sviluppa un paradosso nel quale valorizza i caratteri narrativi e romanzeschi,

dimostrando come il neurologo Freud, nei suoi scritti: accetti e realizzi il fenomeno che lega gli autori di romanzi con i loro lettori.

Il lavoro di Mario Lavagetto mirava a leggere e ad insegnare a leggere il testo: per quello che è letteralmente e per ciò che rappresenta, come descrive in una breve pubblicazione scritta dal titolo: Eutanasia della Critica; Einaudi 2005.

Lavagetto sostiene che l’inconscio sia fondamentale nella scrittura come in ogni arte; e riferendosi allo scrittore francese Julien Gracq (Louis Poirier 1910 – 2007) accenna ad un suo concetto:

dentro ad un libro sono contenute le tracce dei fantasmi inconsci che sono stati rifiutati; ed un critico capace: tenta di trovare quei fantasmi in ciò che legge.

Per il critico italiano la psicoanalisi di Freud, applicata alla letteratura, è troppo meccanica, prevedibile; e la crudeltà del destino è un’illusione perché esiste solo la disgrazia che, purtroppo, ci trasforma in piccoli ed inermi esseri non sempre capaci di reagire.

Alcuni filosofi del passato studiarono il ruolo dei processi mentali inconsci nella vita psichica: Platone, Arthur Schopenhauer, Friedrich Nietzsche e Sigmund Freud

che diede un notevole contributo sul rapporto tra psicoanalisi e arte al fine di scoprire i contenuti dell’inconscio e l’inizio dell’attività creativa.

 

La nuova scuola di pensiero

nominata neuroetica emotiva, nata da alcuni anni, grazie allo sviluppo del processo di interazione tra cervello, inconscio, mente e arte: vuole trovare il punto d’unione tra arte letteratura, psicoanalisi e neuroscienze.

 

Dalton Peggy

psicologa, psicoterapeuta (1932 – 8 novembre 2012) facente parte del comitato di consulenza del Centre for Personal Construct Psycology dichiarò:

che gli aspetti del processo creativo non sono mai sotto controllo cosciente dell’artista; occorre quindi trovare la struttura inconscia dell’opera d’arte.

Artisti poeti scrittori letterari come Charles Baudelaire, Luigi Pirandello, Gustave Flaubert, Leopardi, Alessandro Manzoni, esprimono, nelle loro opere,

molteplici elementi in comune come: l’io diviso e frantumato, la solitudine, l’angoscia e una personalità divisa; mentre alcuni si aggrappano all’appiglio della fede come Manzoni e Torquato Tasso che permette loro un senso di fiducia e di speranza.

 

Dipinto di Johan Heinrich Fussli: Incubo datato 1781
Dipinto di Johan Heinrich Fussli: Incubo – datato 1781

 

Carl Gustav Jung

Antropologo, psicoanalista e psichiatra (1875 – 1961) esprimeva questi concetti:

rendi cosciente l’inconscio altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo nominerai destino; comunque si voglia designare ciò che sta in fondo alla psiche certo è: che, queste energie, forgiano il nostro destino.

Il progetto di vita, presente e futura del soggetto, sarà determinato dai suo schemi inconsci, dove: passato presente e futuro sono la stessa cosa.

Per Jung occorre lasciarsi invadere dall’inconscio per allargare i confini della nostra psiche in un divenire continuo che realizza la coesistenza dei contrari che ci dividono:

  • Razionalità
  • Irrazionalità
  • Estroversione
  • Introversione

Il pensiero di Jung risiede in un’immagine dell’essere umano come natura fondamentale sana e come complesso di forze in espansione: contraddittorie e tensionali,

di difficile armonizzazione; purché sia un essere umano con capacità di compensazione, individuazione e riequilibrio, implicite nella sua realtà inconscia.

 

L’inconscio

E’ una dimensione psichica il cui contenuto è composto da tutti i modelli comportamentali, gli istinti primordiali, le emozioni e gli schemi esistenziali dei quali, il soggetto, non è consapevole ma che sovente sono alla sorgente del suo agire.

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità