Anomalia gravitazionale 3 capire come un semplice evento interagisce con la nostra vita il percorso dell’occulto destino oltre il modello di vita quotidiano
Il percorso
Nell’anomalia gravitazionale n°3 mi trovavo seduto al tavolo di una spiaggia privata e mentre sorseggiavo il mio caffè all’americana si presenta un ragazzo di 16 anni mio amico e coetaneo.
Mi accorgo che sotto il braccio stringe un disco in vinile formato LP con una copertina a sfondo rosso e tre facce poco promettenti.
Lo guardai incuriosito e gli chiesi informazioni a riguardo, erano quasi tre anni che mi ponevo domande attinenti alla vita, alle opinioni e al carattere, e qualcosa mi incitava ad ascoltare quelle canzoni.
Anomalia gravitazionale n° 3 Il Percorso
L’età e i sogni
a 16 anni d’età i sogni nascono alla velocità della luce e occorrono molte esperienze per capire cosa nascondono semplici parole.
Quei tre soggetti su quella copertina avevano uno sguardo informatico come se quella fotografia potesse comunicare.
Il disco è dei Black Uhuru e si intitola RED
ascoltandolo mi portò in una nuova dimensione musicale, che non persi l’occasione di imparare, un genere a me sconosciuto e suoni mai sentiti prima.
Successivamente scoprii che quelle persone avevano una cultura dalle radici profonde nella storia dell’umanità.
Venni a conoscenza di un uomo che governò L’ Etiopia, un discendente della dinastia di Re Salomone e quindi appartenente alla tribù di Giuda, uno dei 12 figli di Giacobbe: figlio di Isacco e nipote di Abramo.
Scoprii che vi era una comunità che credeva in Dio e leggeva la Bibbia, ma viveva semplicemente senza bisogno di esaltarsi e credersi giusta.
Senza la malizia che porta a giudicare e ad ingannare senza bisogno di ricchezze per potersi dimostrare.
Musica e cambiò consapevolezza
e quel giorno mi diede una speranza: quella di non restare solo con la mia linea di pensiero.
Iniziai a leggere i Libri della Legge, tutti senza distinzione, a cercare nuove risposte e a correggere il mio ego.
Non dimenticherò mai quel giorno, quell’amico e quel varco nel destino; che mi permise di conoscere me stesso, il mondo spirituale e l’Altissimo.
Senza per questo lasciarmi suggestionare da leggende, usi e costumi collegati alla cultura di ogni popolo e non all’oggettività delle circostanze personali.