La vita contro natura ha generato nella specie umana un senso di colpa che viene sovente associato a fattori diversi: perché viviamo contro natura
L’ Innaturalezza
Scienza e tecnologia hanno individuato molte soluzioni sia in campo medico che tecnologico, ma il continuo stress per adeguarci a una vita meccanica ha influito sul metabolismo dell’essere umano.
L’umanità: stenta a riconosce le sue origini e le circostanze in cui vivi hanno un’apparenza fantascientifica per le generazioni precedenti al nuovo millennio.
Perché viviamo contro natura
Siamo animali della natura capaci di intendere e di volere, possiamo esprimerci in più linguaggi ed elaborare scusanti; abbiamo due mani e il nostro cervello elabora dati che gli permettono di prendere decisioni e fare calcoli matematici.
Realtà difficile da accettare perché non appagante per il cervello, che tende a reagire generando illusioni di fuga.
Questa è l’unica realtà provabile e razionale che fa capire all’uomo che non deve fermarsi alla fantasia e alla congettura, rischiando di compromettere la sua vita.
Credendo a morali inventate per procurare: soddisfazione mentale, sia nella sofferenza che nella privazione; sistema di vita chiamato, anche, “idealismo”.
Criticare la scienza significa: voler negare all’uomo le sue capacità e la sua storia evolutiva, informazioni che gli permettono di continuare il suo miglioramento sia come individuo sia come parte integrante della società.
La scienza e le congetture
Senza la scienza non potremmo neppure capirci perché la scienza dimostra la nostra caratteristica umana: che è, in tutti gli individui e ci unisce nell’uguaglianza.
Mentre nel passato: la mancanza di una scienza esatta permetteva false congetture che portavano, inevitabilmente, al razzismo per l’individuo che appariva, esteriormente, diverso.