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Psicologia

Provare qualcuno: un rischio ambiguo compromettente

L’argomentazione può essere un grave rischio, il risultato di provare qualcuno è relativo alla situazione psicologica e alle circostanze del soggetto

La prova

Se cerco di mettere alla prova una persona, di cui conosco solo esteriormente le sue circostanze e sono ignaro di quali sia la sua realtà psicologica e fisica nelle quali si trovi:

potrei essere confuso dalla mia convinzione e voler giudicare quell’individuo soggettivamente; quindi, anche se supera l’esame che gli ho imposto, il mio cervello continuerà a vedere ciò che lo appaga nella paura che il soggetto provato non sia coerente con le mie necessità.

 

Provare qualcuno: un rischio ambiguo compromettente

E’ sempre un rischio provare un individuo proprio perché rischiamo di vedere sempre solo ciò che vogliamo nella nostra ricerca di prove; utilissimo è invece provare noi stessi,

perché ci aiuta ad osservarci e ci insegna ad osservare chi abbiamo davanti senza pregiudizio; solo persone competenti come neurologi e psicologi

possono comprendere i problemi di una persona e giudicarla con le loro capacità professionali; oltre ai giudici che usano le prove più materiali per comprendere la persona messa a giudizio.

 

L’ossessione di mettere alla prova

Il figlio, l’amico o il partner, risulta essere un disturbo ossessivo compulsivo da relazione che va però distinto dalla gelosia patologica che è un problema diverso da questa ossessione.

E’ lui? Non è lui? Forse potevo meritare di meglio, mi sta amando oppure finge? Mi sta usando come oggetto del desiderio?

Ricordo che, dopo essermi sposato, alcune persone, anche di famiglia, mettevano in dubbio la mia relazione matrimoniale ed io, forse già portato caratterialmente a questo disturbo ossessivo compulsivo da relazione,

mi lasciai tanto suggestionare, da queste critiche, che le ossessioni si sommarono a quelle della gelosia patologica anch’essa nata per gli stessi motivi;

così facendo rovinai il mio matrimonio, a causa delle mie ossessioni che si scaricavano su mia moglie, che esausta delle mie compulsioni infondate mi chiese il divorzio.

 

Tra le compulsioni che provai, durante 15 anni di matrimonio,

Riscontrai questo tipo di disturbi ossessivi: confessai ripetutamente a mia moglie i miei dubbi, infondati, sulla sua fedeltà ed inerenti alla nostra relazione matrimoniale,

misi alla prova i suoi sentimenti tramite antipatici sotterfugi, consultai internet per trovare prove certe della sua infedeltà, smisi di avere rapporti sessuali con lei per alcuni mesi e trovando anche solo un suo rifiuto iniziai a frequentare prostitute.

 

Ma attenzione! L’onestà mi obbliga

a specificare come e quando i disturbi ossessivo compulsivi da relazione si presentarono:

Ero sposato da alcuni anni e nonostante mi sposai con una certa maturità accadde che mi innamorai di un’altra donna in una relazione extraconiugale che durò sei mesi.

Quando nacque l’innamoramento: il senso di colpa che provavo nei confronti della mia famiglia, la gelosia per entrambe le donne e l’indecisione di una scelta razionale innescarono in me i disordini ossessivo compulsivi di relazione e di gelosia.

Siccome cresciuto in ambienti religiosi mi consideravo un uomo di fede già a vent’anni, la discrepanza venutasi a creare tra il mio super Io, che si considerava giusto, e la relazione extraconiugale,

che rappresentava l’ingiustizia: oltre al disturbo ossessivo compulsivo da relazione  e da gelosia instaurava, in me, anche un profondo senso di colpa,

insoddisfazione e fallimento; probabilmente perché il gesto trasgressivo, da pulsione sessuale, metteva in rilievo il mio inconscio o meglio: l’altro;

che non riuscivo ad accettare siccome non capivo chi era; e a causa dell’ideale religioso, rischiai di inserirlo più volte nel significato del nemico o peggio del diavolo;

sino a quando, tramite gli studi di psicologia, capii che era semplicemente il mio inconscio, coeso all’eros e alle pulsioni sessuali giovanili;

oltre a un super io che da un lato stava per affermarsi ma dall’altro era in conflitto esistenziale con se stesso; la mia esperienza non sostituisce il parere della psicologia ma può essere d’aiuto per approfondire l’analisi del problema.

 

 

 

 

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità