Categorie
La Retta Via Spiritualità Umana

Porgi l’altra guancia un gesto coerente che salva la mente

Gesù figlio di Maria avverte dell’importanza del perdono svelando la psicologia dell’uomo

Una verità contenuta nel vangelo del Messia: se ti schiaffeggiano tu porgi l’altra guancia, se ti tolgono la tunica tu dagli anche il mantello

 

Porgi l’altra guancia

Vangelo di Luca capitolo 6 versetti:

28) Benedite coloro che vi maledicono

29) A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti toglie il mantello, non rifiutare la tunica

Leggendo questi versi evangelici l’impressione è quella di dover cadere nelle braccia del nemico o di colui che ci odia e ci deruba amandolo per la sofferenza che ci impone.

Ma applicando questo concetto: vi accorgerete che questo gesto è un’arma di difesa, che non sottovaluta il danno subito ma permette alla giustizia naturale, della vita, di svolgere il suo corso.

Spiazzando l’avversario psicologicamente e riconoscendo la prova, imposta dalla vita, per l’insegnamento alle sue regole e ai suoi misteri.

 

La vendetta

fa dell’individuo uno schiavo del danno subito, e dai suoi rancori, convincendolo di essere giudice e affogandolo nella sua insoddisfazione.

Per capire l’effetto del gesto di arresa o di perdono nei confronti del prepotente e del violento occorre pazienza e fede che si ottengono dall’accettazione dell’insegnamento di Gesù inviato dall’Altissimo.

Quindi per capire completamente il consiglio del nostro Creatore, nel perdonare e nel porgere l’altra guancia, non basta leggere la Bibbia, andare a Messa, confessarsi e fare la comunione, ma occorre applicarlo nella vita e osservarne gli effetti.

 

Cosa intendeva Gesù 

(versetto 32) Se amate coloro che vi amano: che merito ne avrete? Anche coloro che sbagliano fanno lo stesso.

Quel merito di cui parla Gesù è quell’arma che, difronte al nemico, non gli permette alcun seguito, ma gli toglierà qualsiasi potere; da non confondere,

come fanno gli ignoranti, con chi non ama coloro che gli dona un vero sentimento di amicizia, preferendo i prepotenti; un paradosso comune che sovente sfugge all’attenzione.

Non va mai dimenticato colui che appartiene alla tua famiglia, che deve essere considerato prima di ogni altro individuo; e soprattutto non puoi decidere della vita degli altri, perché così ne saresti il diretto responsabile.

 

Il Creatore vuole che l’uomo

sia consapevole e usi l’intelligenza che Gli ha donato, l’equilibrio nei gesti e nella considerazione del prossimo è una legge naturale che permette la convivenza e la collaborazione della comunità umana.

 

L’esperienza mi insegna

che amare un prepotente e dimenticare un fratello: è peggio che vedere l’inferno; lasciando un individuo libero, di danneggiarci, esso andrà inevitabilmente incontro alla sua rovina e se proveremo a vendicarci, nella rovina ci finiremo noi.

Per coloro che credono: osservino il comportamento della nautra con il creato, l’Altissimo non si cura affatto del vostro comportamento ma vi lascia liberi di entrare nella via della perdizione in qualsiasi momento lo desideriate.

Perché solo con l’esperienza diretta possiamo rendere conscio il nostro inconscio latente e divenire uomini, ciò che, da sempre, l’Altissimo desidera per noi

 

Ciò che lascia perplessi

nel porgere l’altra guancia è la possibilità di un’interpretazione masochista, del versetto evangelico, siccome è giusto perdonare ma non è giusto piegarsi difronte all’arrogante e al prepotente; perché, se dopo la sberla, porgi l’altra guancia e

dopo che ti hanno rubato il mantello darai anche la tunica, se ti porteranno via il terreno tu lascerai anche la casa e quindi anche la vita a causa di un’interpretazione un po’ troppo imperialista del versetto evangelico.

 

Certamente per alcune controversie

risolvibili con un tè in compagnia, porgere l’altra guancia è ormai d’educazione civile, nessuno perde tempo in vendette o sotterfugi per vincere un’offesa,

a parte coloro che, per la troppa sensibilità di carattere e la suscettibilità, non riescono a superare l’ossessione di vendicarsi; vivendo, tutta la vita,

in un sentimento d’odio, verso coloro che li offendono, senza badare che anche gli offensori hanno sicuramente dei disordini ossessivo compulsivi,

che a loro insaputa si esprimono nei loro gesti; ed è proprio per questo disturbo, abbastanza comune della specie umana, che siamo tutti chiamati a perdonarci;

siccome questi problemi umani nascono durante la crescita e lo sviluppa dalle circostanze in cui viviamo e dai vari esempi che riceviamo

oltre a svilupparsi negli ambienti urbanizzati siccome nella civiltà gli istinti primordiali sono repressi e il super io si rapporta col mondo esterno con troppo idealismo;

questi due elementi della struttura psichica della specie umana sono sovente in conflitto tra loro mentre la nostra coscienza il nostro io deve tentare di metterli in equilibrio.

In ogni caso la vendetta ti porta immediatamente dalla parte del torto anche se avevi ragione semplicemente perché siamo stati creati con capacità di ragionamento e parola

oltre ad esserci assunti la responsabilità della fede che ci permise di evolvere spiritualmente uscendo dal mondo anomale per generarne uno civile.

Da tenere in considerazione che, il Messia, affermò di voler completare la legge e i profeti; e non abolirla, come credono in tanti, questo

significa che le leggi, dell’antico testamento, sono sempre in vigore, infatti ogni stato ha una sua costituzione che prevede determinati trattamenti

per chiunque sia fuorilegge per reati gravi che possono essere puniti dalla giustizia per mantenere l’ordine pubblico altrimenti torneremo al caos come agli albori dell’umanità.

 

 

 

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità