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Ambiguamente

Esiste il paradiso o è solo un’illusione, certamente nel nostro umore

Il paradiso esiste anche in questa vita ogni giorno viviamo le conseguenze delle nostre scelte che ci traportano da una paradiso ad un altro 

Il giardino dei beati

Il paradiso può essere considerato sotto due aspetti

  • Materiale: in quanto tutte le circostanze che ci circondano influiscono psicologicamente su di noi.
  • Spirituale: Considerando lo stato d’animo che una persona genera in se, grazie alle intenzioni espresse e all’educazione ricevuta.

Ogni nostra intenzione e azione ci trasforma nello stato d’animo e modifica la realtà che ci circonda in questa vita.

Considerando che, non conoscendo l’invisibile, possiamo percepirlo tramite: l’amore, la memoria, la coscienza, l’intelletto, il sogno, l’odio, l’ira, la gelosia e l’egoismo.

Comprendiamo che esistono diversi stadi del nostro mondo invisibile che noi scegliamo direttamente in questa vita per poi viverli in quella invisibile e dopo il passaggio all’altra vita.

Noi in questa vita sperimentiamo questo mitico e misterioso paradiso, perché tramite i nostri pensieri, intenzioni e azioni modifichiamo la nostra realtà presente.

 

Esiste il paradiso o è solo un’illusione

Se le circostanze ambientali

sono paradisiache questo non vuol dire che possiamo viverle personalmente perché le giudicheremo sempre tramite la nostra interpretazione legata allo stato d’animo.

 

Ho constatato di persona

che in circostanze critiche possiamo essere felici ugualmente, perché: trovando un giusto motivo per vivere riusciamo ad adattarci a qualsiasi situazione.

Se un ambiente capiamo che ci opprime o ci devia dalle nostre intenzioni, nessuno ci vieta di andarcene e a non frequentarlo ulteriormente.

L’ambiente resta legato a se stesso noi possiamo slegarci da lui e vivere in un’altro a nostra scelta e siccome ogni scelta cancella le precedenti: possiamo vivere una nuova vita.

Esempio:

se oggi sono angosciato e ho l’ansia per ciò che ho espresso, quella situazione la proietto ovunque anche se fossi in paradiso.

Quindi lo stato paradisiaco lo genera l’individuo per se stesso con le sue intenzioni che provocano azioni e generano cause, per le quali viviamo in uno stato paradisiaco o infernale.

Che: se non considerato con l’esperienza vissuta, rischia di diventare ideologia; in quanto l’abitudine mentale e il convincimento di essere nel giusto, non accettando i nostri errori:

ci porta a credere di guadagnarci un paradiso che non esiste tranne che nei nostri convincimenti, nelle nostre incomprensioni e pure nella sofferenza.

Ma Iddio non ha chiesto a nessuno di fare il martire e di sacrificare la vita umana per Lui e neppure per andare in paradiso.

 

Chi usa il nome dell’Altissimo

per compiere atti terroristici vivrà anche dopo la morte la sua ultima azione, cioè  sarà tra coloro che vivranno nel fuoco sino al tempo stabilito dal Creatore.

 

Perché il suo gesto resterà

nella sua memoria e quando gli sarà chiesto conto, da Iddio, il motivo del suo azione non avrà alcuna scusa, perché Iddio ha ordinato di salvare l’umanità e di guidarla al meglio.

Quando vi ordina di gettarvi con tutto il vostro animo per la causa d’Iddio, non intende che dovete farvi saltare per aria uccidendo gli esseri umani.

Ma semplicemente che dovete dedicarvi, con anima e corpo: alla preghiera, allo studio del Corano, osservando i pilastri dell’Islam, praticando i consigli di Mohammad e ricordando sovente Iddio.

 

Quando il Corano descrive

atti violenti significa: che state recitando la legge applicata in caso di guerra, nella quale viene richiesta la fedeltà e la collaborazione al combattimento.

Oppure state recitando un avvenimento storico della nascita e dell’oppressione ai tempi della persecuzione contro l’Islam.

Interpretazione del versetto n° 195 del capitolo n°2 Al Bakara, la giovenca

195) Siate generosi per la causa d’Iddio, non gettatevi da soli nella perdizione, Allah ama coloro che fanno il bene.

Interpretazione del versetto n° 74 del capitolo 4 Le donne An Nisa

74) Combattono sul sentiero di Iddio coloro che barattano la vita terrena con l’altra,

A chi combatte per la causa d’Iddio, che sia ucciso o vittorioso daremo ricompensa immensa.

Come potete notare il versetto è diviso in due parti, la prima si riferisce alla vita quotidiana vissuta nella responsabilità della vita successiva, invece che essere trascurata spiritualmente, mentre la seconda parte: si riferisce al combattimento in guerra.

 

Esiste il paradiso

L’Altissimo ha chiesto

a ogni comunità di seguire e leggere il suo Libro lasciando liberi gli altri di proseguire la loro strada senza interferire

interpretazione del versetto 28 del capitolo del Corano: Sura n° 45 Al Jathya La Genuflessa

E vedrai ogni comunità genuflessa. Ogni comunità sarà convocata davanti al suo libro: Oggi sarete compensati per ciò che avete fatto.

Interpretazione del versetto 36 del capitolo del corano Sura n° 70 An Nahl (Le api)

Ad ogni comunità inviammo un profeta che disse: Adorate Iddio e fuggite gli idoli, Iddio guidò loro ma alcuni si persero sviati.

Percorrete la Terra e osservate cosa e successo a coloro che accusarono di falso i profeti.

 

Interpretazione del capito n° 109 del Corano

Al Kafirun I Miscredenti

Nel nome dell’Altissimo

  1. Di: Ho miscredenti!
  2. Io non adoro ciò che voi adorate
  3. E voi non adorate ciò che io adoro
  4. Io Non sono adoratore di ciò che avete adorato
  5. E voi non avete adorato ciò che io adoro
  6. A voi la vostra religione e a me la mia

 

Ne consegue che: non esiste scusa per giustificare atti terroristici o crimini contro l’umanità.

Iddio ha chiesto all’umanità di usare l’intelligenza, osservando le Sue regole che sono leggi naturali della vita per il vivere nell’armonia individuale e sociale.

La realtà che riusciremo a vivere in questa vita tramite le nostre intenzioni e il nostro  comportamento sarà la realtà che vivremo anche nell’altra perché a Iddio non sfugge nulla ed Egli è la Vita.

 

Commettere errori è normale

per tutti perché in questa vita: sbagliando s’impara, in questo mondo non vi è alternativa.

Solo: non dobbiamo sottovalutare il nostro errore credendolo una regola valida per la vita, ma cercando di rimediare al più presto con un’azione opposta all’errore commesso.

Cercando di no ripeterci nell’errore grazie alla memoria dell’esperienza precedente, per riportare in equilibrio il nostro benessere psicofisico dal quale dipende il nostro paradiso.

Non  rimediando all’errore commesso rischiamo di perderci nell’errore stesso, illudendoci di essere nel giusto, di andare in paradiso e vivendo solo

uno stato apparente di felicità che scompare non appena ci si risveglia dall’illusione; cioè: vivendo solo un’ideologia “credere di essere in paradiso pur vivendo l’inferno”

 

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità