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Chi sostenne la schiavitù degli Africani

Juan Ginès de Sepulveda contraddisse Papa Eugenio IV° e Papa Paolo III° per giustificare la schiavitù ma l’arcivescovo di Toledo decise la scomunica

Schiavitù

Il termine schiavo deriva dal latino Sclavus che significa: “prigioniero di guerra Slavo” Sin dall’antichità la schiavitù era praticata per assicurare mano d’opera, espansione territoriale e ricchezza. Esistono molte forme di schiavitù.

Dalla scoperta del Nuovo Mondo, Carlo V proibì la schiavitù con  un decreto del 1526 rifacendosi alla bolla Papale “Sicut Dudum” di Papa Eugenio IV (1435).

Papa Paolo III nel 1537 con bolla Papale “Veritas Ipsa”  vieta il commercio di esseri umani; mentre l’Arcivescovo di Toledo proclamava  “Gli Indios uomini veri”  e da quella decisione: chi avesse procurato danno agli Indios riceveva la scomunica.

 

Gli Indios continuarono a essere oppressi

e sfruttati, anche se in quel periodo l’inquisizione bruciava vivi eretici e streghe; sino a quando “Bartolomes de la Casas” (testimone del 4° viaggio di Cristoforo Colombo, con diario di bordo)

si fece promotore del trasferimento dei Neri d’Africa in America, per non rischiare l’estinzione degli Amerindi.

Stabilì di conseguenza che ogni Spagnolo avesse diritto ad importare dieci Africani e il dovere di rimandare gli Indios ai loro villaggi.

 

Tra i sostenitori della schiavitù

a sostegno degli ultimi si fece avanti l’Umanista Juan Ginès De Sepulveda che nel 1547 scrisse un trattato sulle giuste cause della guerra contro gli Indiani d ‘America ritenendoli degli omuncoli, servi per natura.

Incaricato dal Cardinal Caetano Tommaso de Vio di rivedere i vangeli tradotti in greco per giustificare i crimini commessi a danno degli indios americani.

Nonostante questo trattato non venne accettato; per gli Indios la situazione non cambiò perché ai coloni spagnoli: venne data piena autorità della terra e degli Amerindi  obbligati a convertirsi al Cristianesimo con obbligo di servitù.

Dato che la costituzione fisica degli Indios non era abbastanza forte per fare i lavori più pesanti e non resistevano alle malattie importate dagli Spagnoli

si decise di importare schiavi Africani che venivano spesso reclutati dagli Arabi ; alla fine del 1660 si era creato un commercio triangolare che ruotava tra i continenti affacciati sull’oceano atlantico.

 

Nel 1621 uno schiavo a contratto

dopo aver ottenuto la libertà divenne coltivatore di tabacco e facendo fortuna fu proprietario di immobili  e soprannominato: patriarca Nero dei Padroni Neri di Immobili in America; il suo nome è Anthony Johnson.

Catturato in Angola e venduto a mercanti Arabi per essere ceduto in seguito alla Virginia Company e successivamente ad altre compagnie.

Nel 1651 Johnson, possedendo cinque servitori quattro bianchi e uno nero, diventa il primo colono e schiavista nero.

Certo le oppressioni, le schiavitù, i massacri sono generati dall’intenzione di un altro essere umano e da molti individui che si compiacciono delle stesse.

Queste intenzioni e questi fatti non possono svanire ma continuano a percorrere lo spazio senza fine come la radiazione di una stella esplosa.

 

Non credo che esista una vendetta

o un karma, penso che tutto ciò che esprimiamo nella vita sia registrato in noi e in una coscienza collettiva, che non possiamo cancellare ma solo sostituire con intenzioni utili all’esistenza di tutti.

Non modificandole continueranno a vagare come pensieri inconsci con rischio boomerang.

Di Gogoos

Studioso di psicologia e teologia, blogger multitasking, pubblica informazioni di attualità, cultura, scienza, psicologia e spiritualità nell'umana ambiguità che esprime e manifesta la struttura dell'umanità